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Censis: l'85% italiani vuole poter scegliere tra pubblico o privato

Sanità pubblica Redazione DottNet | 28/05/2018 17:45

Per il 50% dei cittadini è molto importante perché la scelta di una persona o servizio di cui ci si fida facilita le cure

 L'85% degli italiani vuole scegliere liberamente il medico e l'ospedale tra pubblico e privato.   E anche la politica dice sì alla sanità mista: il 63% dei consiglieri regionali riconosce infatti il ruolo positivo delle strutture private accreditate. È quanto emerge da una ricerca del Censis realizzata in collaborazione con l'Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) su 'Il valore sociale dell'ospedalità privata nella sanità pluralista'.

  Secondo l'indagine, l'85% degli italiani giudica importante poter scegliere nel Servizio sanitario il professionista e la struttura di cui si fida, senza distinguere tra pubblico o privato. Solo per il 15% non è importante. Per il 50% dei cittadini è molto importante perché la scelta di una persona o servizio di cui ci si fida facilita le cure. Per il 35% è importante perché la libertà di scelta è un valore in sé anche in sanità. Tra i contrari, il 9% vuole solo strutture pubbliche nel Servizio sanitario e appena il 6% pensa che gli ospedali pubblici siano sempre e comunque migliori. La libertà di scelta nel Servizio sanitario tra strutture pubbliche e strutture private accreditate, rileva il Censis, è un valore condiviso trasversalmente nel territorio: dall'85% dei residenti al Nord-Ovest, l'87% al Nord-Est, l'82% al Centro e l'87% al Sud.

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Anche la politica, afferma il Censis, "dice sì alla sanità mista pubblico-privato, ma le differenze territoriali restano ampie": solo il 3% dei consiglieri regionali italiani interpellati dal Censis vorrebbe infatti mettere al bando per legge la sanità privata accreditata nel Servizio sanitario nazionale. La maggioranza (il 63%) è invece "molto favorevole al ruolo del privato accreditato, mentre il restante 34% vorrebbe dirottare le risorse preferibilmente verso le sole strutture pubbliche". Complessivamente, è positivo il giudizio sulla devolution sanitaria: il 62% dei consiglieri regionali è convinto che sia stata vantaggiosa.

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